Dopo la “dolorosa” per i tifosi ma comunque comprensibile cessione del Cholito Simeone al Torino, il Napoli è sempre più vicino a separarsi anche da un altro protagonista, apparentemente “minore” dei due recenti scudetti azzurri, vale a dire Giacomo “Jack” Raspadori, che si appresta a vivere una comunque importante esperienza all’estero, con la maglia dei Colchoneros dell’Atletico Madrid.
Al di là dell’affetto, commisurato anche alla grande professionalità di un calciatore duttile e che ha segnato reti molto “pesanti” anche nell’ultima stagione, quella di Raspadori è una cessione che se da una parte è comprensibile, può creare un problema serio nel Napoli che verrà. Vediamo perchè.
Cessione Raspadori: perchè sì
Fondamentalmente per una questione di minutaggio: l’ex Sassuolo a Napoli non è stato quasi mai titolare fisso, non tanto per questioni legate all’indiscusso talento che possiede, tanto più ad una identità tattica, come evidenziato anche durante l’annata con Spalletti, che lo ha impiegato spesso in ruoli differenti da quello effettivo dell’attaccante, che resta fondamentalmente una seconda punta, o comunque un centravanti che da il meglio a fianco di un compagno dalle caratteristiche diverse.
La sua duttilità e abnegazione lo hanno reso un elemento rispettato ed amato dai tifosi ma non lo ha reso “inquadrabile” dagli allenatori che si sono avvincendati sulla panchina azzurra (se non Rudi Garcia, nella prima parte della stagione 2023/24).
Non a caso il numero 81 azzurro la scorsa stagione, dopo una prima parte nella quale ha trovato pochissimi minuti, è riuscito a ritagliarsi uno spazio da protagonista in varie partite, in modo particolare dopo l’addio di Kvara a gennaio, ma che non ha trovato una collocazione fissa nel modulo maggiormente impiegato da Antonio Conte, che lo ha anche impiegato come mezz’ala. Da parte del giocatore c’è ovviamente la volontà di giocare di più a 25 anni, ed è indubbio che un campionato ed una squadra importante come l’Atletico Madrid.
Cessione Raspadori: perchè no
D’altra parte il ruolo di comprimario di lusso ha costituito un elemento estremamente importante in quanto ad imprevedibilità. In relazione ai non tantissimi minuti giocati con il Napoli, calcolando anche le presenze, Jack ha sempre offerto un contributo in particolare quando inquadrato nel proprio ruolo.
Nella non prolificissima formazione azzurra, fattore evidenziato nella scorsa stagione, un elemento come Raspadori è stato decisivo a più riprese, e con una cessione del nazionale italiano, togliendo più volte le proverbiali “castagne dal fuoco” il Napoli perde almeno potenzialmente un valore aggiunto di una formazione che ad oggi non brilla per particolare fantasia nell’attacco e prolificità.
Quasi certamente il corrispettivo economico ottenuto da questa cessione saranno reinvestiti in un elemento più congeniale alle idee dell’allenatore che di fatto, non si era opposto ad una sua cessione neanche durante la scorsa sessione di mercato, quella estiva.
In parte anche la valutazione di poco più di 20 milioni di euro per un calciatore comunque giovane, forte di un contratto con fino al 2028.
Se quindi è una cessione comprensibile da parte del Napoli ed anche il cambiare aria da parte del giocatore è altrettanto da capire, il dubbio resta in relazione al Napoli “che sarà” dal punto di vista offensivo, anche gli acquisti di Lucca e Lang hanno caratteristiche diverse.
Riuscirà il Napoli a mantenere, anzi ad aumentare una pericolosità offensiva sufficiente?