Matteo Politano proprio in queste ore compie 32 anni, e per l’occasione anche il Napoli, società con la quale si appresta a vivere la 7° stagione con la maglia azzurra, lo ha apostrofato come gladiatore, elemento che non è solo un simbolo ma che costituisce qualcosa che va al di là delle innegabili doti calcistiche dell’esterno d’attacco, oramai uno dei pretoriani di Antonio Conte, dopo essere stato pressochè irrinunciabile anche per tutti gli allenatori che lo hanno preceduto.
Politano è un elemento che personalmente ho considerato per anni estremamente sottovalutato sia da parte della stampa ma anche da una buona fetta di tifosi, e che solo, quasi per assurdo, dopo la brutta annata post 3° scudetto, ha acquisito una sorta di considerazione che permane ancora oggi.
Il calciomercato del Napoli è stato da subito improntato su elementi di livello in grado di completare la rosa, con all’incirca un mese di trasferimenti ancora possibili, considero la sua titolarità praticamente certa anche in vista della stagione che sta per iniziare.
I primi anni al Napoli di Matteo Politano
Acquistato alla fine del mercato di riparazione invernale, ed ufficializzato il 28 gennaio 2020, Matteo Politano arriva dall’Inter anche se sembrava destinato ad un ritorno alla Roma, società con il quale è cresciuto oltre ad essere nativo della capitale (pur non avendo mai debuttato in prima squadra con i giallorossi). Tuttavia il trasferimento in giallorosso non viene concretizzato ed è il Napoli ad aggiudicarselo per rinforzare l’attacco sulla fascia destra.
Politano si era conquistato il rispetto dei tifosi dell’Inter, anche se la seconda annata in nerazzurro con Antonio Conte in panchina, non riesce a trovare spazio.
In azzurro Politano di spazio lo trova a sufficienza ed appare come l’elemento meno “blasonato” da schierare su quella fascia offensiva, dove mesi prima era stato acquistato Lozano, per cifre ed un hype decisamente maggiori. Tuttavia l’adattamento del messicano al calcio italiano inizialmente procede in modo discontinuo ed è proprio Matteo che nella seconda metà di campionato mette a segno molte presenze e due reti, mentre la migliore stagione è quella successiva dove in tutte le competizioni segna 11 reti, e sembra decisamente “più titolare” rispetto al collega messicano.
Gli anni della consacrazione in azzurro
L’arrivo di Spalletti conferma il suo spazio, anche se in particolar modo nella seconda annata, che sarà quella dello scudetto evidenzia una minore propensione alla rete (solo 3 in campionato ma tutte importanti), ed una titolarità condivisa in modo quasi totalmente equo proprio con Lozano. In questo ruolo di maggior sacrificio inizia a farsi apprezzare come elemento che oltre ad essere uno dei senatori dello spogliatoio, impara molto bene a fare la fase difensiva e fa dello spirito di sacrificio uno delle sue caratteristiche principali, oltre a manifestare un grande feeling con piazza e tifosi.
L’annata 2023/24 è pessima per tutti gli azzurri ma è proprio Matteo Politano a distinguersi in positivo come tra i pochissimi elementi che quantomeno terminano una brutta stagione con prestazioni di livello e che consente al gruppo azzurro di salvare la faccia (e lui segna 9 reti in totale). L’arrivo di Antonio Conte, memore di una incompatibilità tattica con il mister salentino getta ombre sulla sua titolarità, ma la duttilità e la disponibilità dell’ex Sassuolo convince anche il nuovo allenatore che ne fa un punto cardine come vero equilibratore di una squadra che non ha avuto numeri offensivi spettacolari ma che ha necessitato di pedine come Politano, stavolta celebrato come uno degli elementi di maggior importanza, anche come evidenziato dai festeggiamenti per entrambi gli scudetti che hanno portato a due colorati e vistosi tatuaggi impressi sul suo corpo.
Perchè Politano resterà titolare
Il mercato può cambiare ancora di più il volto di una rosa che appare più completa in ogni reparto. Tuttavia la titolarità di Matteo Politano, a mio dire, ha pochi dubbi se non altro per la grande importanza sia fuori che dentro il campo. La disponibilità a fare più volte il terzino e di non risparmiarsi, è una dote fondamentale per il calcio di Antonio Conte, anche per questioni tattiche: nasce come esterno offensivo, una tradizionale ala, ma è oramai impiegabile in pressochè ogni posizione sul lato destro, dote che è oltre ad essere amata da ogni guida tecnica, viene riconosciuta anche da chi le partite le osserva dall’esterno.
Inoltre è un elemento che al netto delle sue oltre 230 presenze in azzurro ha un enorme peso anche all’interno dello spogliatoio ed è celebrato dai tifosi, che riconoscono anche le sue ottime doti tecniche, come dimostrato da svariati gol importanti. Va ricordato che immediatamente dopo il terzo Scudetto l’ex Roma ha ricevuto un’offerta economicamente importante da parte dell’Arabia Saudita. Elemento che ha fortificato il legame con piazza e tifosi, essendo divenuto praticamente napoletano per merito.
Ha però deciso di accettare il rinnovo con il Napoli, elemento che ha di fatto fortificato sia la carriera del giocatore ma anche il club stesso che quasi certamente offrirà al proprio tesserato un ulteriore rinnovo a vita, legandosi anche alla compagna, poi divenuta moglie, napoletana.