Hirving Lozano festeggia in queste ore i 30 anni, età che anche in ambito calcistico al giorno d’oggi, non costituisce per forza una fase calante, seppur per un giocatore dalla carriera non banale.
Il nome di Lozano in azzurro resta indiscutibilmente legato al 3° scudetto partenopeo, con il messicano che ha impattato pesantemente in vari match oltre che con un atteggiamento di legame e voglia di sacrificio che lo hanno reso indiscutibilmente uno dei simboli della cavalcata azzurra nella stagione 2022/23.
Dovendo fare però un’analisi generale, Lozano ha fatto globalmente “bene” in azzurro, oppure no?
La carriera di Lozano
Nativo di Città del Messico, Hirving Lozano è nato il 30 luglio 1995, e rapidamente viene notato dal Pachuca, uno dei club professionistici della nazione centroamericana. Ha esordito in prima squadra a poco più di 19 anni, ha giocato per 4 stagioni con il club biancoazzurro, aggiundicandosi tra il 2016 ed il 2017 la CONCACAF Champions League 2016-2017 ed un campionato di clausura.
Le prestazioni sono importanti, inquadrato come ala sinistra ma in grado di giocare anche sul lato opposto, trova spazio anche in posizioni prettamente dell’attacco con la maglia del PSV. In Olanda il messicano si impone con numeri importanti ed è uno dei migliori calciatori del campionato, vincendo anche un campionato di Eredivisie segnando rispettivamente 19 e 21 gol totali nei campionati 2017/18 e 2018/19.
Destro naturale, non altissimo (175 cm) ma dotato di un’ottima velocità ed una ragguardevole propensione al gol Lozano è anche uno degli elementi di spicco della propria nazionale: in particolare la rete decisiva segnata contro la Germania ai Mondiali 2018 da ancora più lustro al suo talento, ed è proprio Ancelotti che di li a poco diventerà allenatore del Napoli a segnalarlo. Il club azzurro si fida del mister romagnolo e sborsa circa 40 milioni di euro complessivi, diventando ai tempi uno degli acquisti più dispendiosi della storia del Napoli.
I primi anni di Lozano a Napoli
Al Napoli Lozano debutta in modo importante, alla 1° giornata da subentrante segna il primo gol (che è anche la prima rete di un messicano in Serie A) contro la Juventus, anche se il proseguo della stagione sarà tutt’altro che positiva. Nonostante un più che discreto spazio, il messicano non diventa titolare inamovibile, condizione che peggiora con l’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gattuso con il quale il rapporto professionale in principio non è eccellente ma che migliora progressivamente.
Con il nuovo allenatore il Napoli e Lozano vincono la Coppa Italia (anche se l’ex PSV non disputa le gare decisive), e la stagione successiva che vede la conferma di Gattuso, è quella della maturazione: trova più spazio e per la prima volta in Serie A supera la doppia cifra in termini di gol, 15 , di cui 11 in campionato, in senso generale, al netto di qualche infortunio e di una continuità non eccezionale hanno attirato diverse critiche nei suoi confronti, portandolo ad essere spesso considerato come non decisivo e dalla non sufficiente “cazzimma”.
Il periodo con Spalletti
Con Spalletti Lozano resta in azzurro dove trova una buona continuità anche se i gol sono di meno rispetto alle medie olandesi, seppur più “pesanti”, in particolare la prima annata con il mister toscano vede il suo impiego spesso come esterno vero e proprio e meno da attaccante vero e proprio, portando l’ex Pachuca a doversi abituare ad una fase più difensiva.
Elemento che lo renderà utile in una particolare staffetta, nel ruolo di esterno d’attacco destro con Politano, nell’annata 2022/23, quella del terzo scudetto.
Di fatto con il collega di reparto Lozano si cala bene nel ruolo da “meno di un titolare e più di una riserva” con poche marcature, condizione in realtà condivisa con altri ma con reti pesanti, come il rigore contro l’Empoli e l’assist nella stessa partita per Zielinski oltre a reti importanti anche in Champions League.
Inoltre nella medesima annata si fa molto apprezzare per la propria abnegazione e per la capacità di essere un elemento importante all’interno del gruppo.
Alla fine dell’annata 2023 la società decide di farne a meno, soprattutto a causa di un contratto non così lontano dalla scadenza ed ancora di più considerando un cont
Il giudizio finale sul Chucky
Da potenziale “stella” del Napoli, Lozano ha trovato la sua dimensione come elemento importante ma probabilmente il suo giudizio è stato pesantemente condizionato dal contesto degli allenatori così come quello di vari infortuni.
Così come è probabile che un rinnovato spirito di abnegazione, evidenziato in particolare dalla seconda annata con Gattuso in poi, ed ancora di più con lo scudetto, abbiamo modificato la percezione che il tifoso medio ha di Lozano. Idea che è senz’altro unita ad un ricordo molto positivo.